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GROTTAGLIE(TA). DA PIAZZA IV NOVEMBRE A PIAZZA DELLE PUPE GIUNONICHE CON BAFFI E LO JUS PRIMAE NOCTIS, LEGGE INIQUA DEL ‘600.

ORMAI NELLA CITTÀ D’ARTE DI GROTTAGLIE, L’AVV. CIRO D’ALÒ, FACENTE FUNZIONE DI SINDACO, VA CONTRO TUTTO E TUTTI INCLUSA LA STORIA E L’IDENTITÀ CULTURALE DELLA CITTÀ DELLE CERAMICHE.

L’ultima che ha fatto, ha commissionato e fatto realizzare due opere in maiolica di 120 centimetri d’altezza, riproducenti “LE PUPE GIUNONICHE CON BAFFI” ispirate (negli anni’70 dal Maestro Domenico Caretta) allo “jus primae noctis” legge iniqua del ‘600.

Le due maioliche le ha piazzate, nella piazza che ha stravolto, intitolata al IV Novembre, sulla quale affaccia il monumento ai caduti delle due guerre mondiali, realizzato dall’architetto Marcello Piacenti, anche questo demolito parzialmente.

La piazza IV Novembre già intitolata a Sant’Angelo sui cui era presente una delle tre porte d’ingresso all’antica città di Grottaglie.

Ripubblichiamo alcuni articoli che raccontano l’identità culturale, sociale ed urbana di questo luogo, ormai deturpato e stravolto da D’Alo’, nel quale  oggi coesistono, un distributore di carburanti, due opere d’architettura del ‘900, una derivazione della via Appia, una spianata di calcestruzzo e bitume con l’inadeguato inserimento della pregevole arte della ceramica , “figlia” della nota “scuola artistica grottagliese”, rappresentata dalle due  “ PUPE GIUNONICHE CON BAFFI” ispirate allo “jus primae noctis” legge iniqua del ‘600.

UNA PRESENTAZIONE DELLA CITTA’ DI SAN FRANCESCO DE GERONIMO…declinata con Dante Alighieri “Ahi serva Italia, di dolore ostello,

nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!”

(Purgatorio, canto VI, vv. 76-78).

LA DELIBERA N. 63 DEL 28 GIUGNO 1924.

1924 il luogo urbano di largo Sant’Angelo viene destinato a commemorare i deceduti nella prima guerra mondiale, come è possibile leggere , la delibera del 1924 destina altre somme alla realizzazione del Monumento ai cadutio, come espressamente deciso e comunicato a tutti i comuni italiani dal sottosegretario alla pubblica istruzione Dario Lupo.” Nella stessa delibera si riportava la dichiarazione di Salvatore Perduno, alias “lu Pirucchio” (il sindaco contadino) quando lo stesso formulò la proposta di inviare un telegramma di condoglianze alla vedova di Giacomo Matteotti, assassinato dai sicari fascisti il precedente 10 giugno, e ne sortì un autentico vespaio con “Traversa ( Avv. Raffaele detto, Picciafuecu!)” che  qualificò la proposta “ un ‘indegna speculazione alla quale mal fecero ad associarsi vari consiglieri della maggioranza”.

LA STORIA DELLA CITTA’ OGGI LA DEDICHIAMO “ PUPE GIUNONICHE CON BAFFI” ISPIRATE ALLO “JUS PRIMAE NOCTIS” LEGGE INIQUA DEL ‘600.

Oltre alla presenza del Monumento ai caduti di Marcello Piacentini del 1956, in precedenza ,lungo la via Appia (oggi riconosciuta patrimonio UNESCO) esisteva la porta Sant’Angelo che dava il nome al largo (oggi piazza IV Novembre), scrivevamo nel 2024 “Nel 2013 viene pubblicato “La Pesa un maestro grottagliese. Profilo documentato del ceramista”, nell’opera gli autori pubblicano (prof. Francesco Spagnulo autore con Salvatore Brittanico, Ciro Ligorio del volume “La Pesa un maestro grottagliese-profilo documentato del ceramista), in esclusiva l’elaborato grafico del progetto di ristrutturazione, del 1865, elaborato estratto dall’archivio dei progetti del comune di Grottaglie, ed oggi in esclusiva pubblichiamo le planimetria della porta Sant’ Angelo, demolita non già nel 1868 (come erronamente riportato in altri resoconti storici) ma bensì dopo la deliberazione dell’amministrazione comunale n. 9 del 19 maggio 1872.

Spagnulo in merito ci riporta al ricordo di quanto ha scritto “… Il Teologo Carmelo Pignatelli nel suo libro “Casa mia” del 1883 capo nono pag. 86 riporta “… ne più ne meno come rimasi quando, diroccata Porta Santangelo, e ito poi per leggere e magari per copiare la non breve Iscrizione su lapide che stava al sommo di essa porta, seppi di essere stata distrutta e frantumata! VANDALI, PIÙ VANDALI DEI VANDALI”.

L’articolo completo nel link seguente.

LE PUPE GIUNONICHE CON BAFFI…LO JUS PRIMAE NOCTIS,LEGGE INIQUA nel ‘600.

(articolo del 2020 pubblicato su ArtesTv)

Le vicissitudini di un popolo legate alla cultura ed alle proprie tradizioni sono tramandate alla generazioni successive in modi diversi, libri, dipinti, racconti, manufatti realizzati con diversi materiali, della legge iniqua di origine medioevale, lo jus primae noctis, viene ancora oggi racconta in Puglia con un manufatto in ceramica con le sembianze di una giunonica donna in abiti succinti. Entriamo nel merito della leggenda/norma iniqua ancora in uso nel ‘600,con il contributo dello storico locale COSIMO LUCCARELLI, quindi Cosimo raccontaci della  storia delle “pupe con i baffi e senza” risalente al periodo feudale , che vengono realizzate quali  sculture plastiche di varie dimensioni monocromatiche o decorate, nel quartiere delle ceramiche di Grottaglie. “ Lo “Ius primae noctis”, da leggenda ad anfora baffuta! Quanto di vero ci sia nella storia, tramandata ai nostri giorni, del fattore (colui che amministrava terreni e lavori svolti dai contadini per conto dei nobili) che cercò di assassinare un nobile grottagliese del ‘600 per aver esercitato il diritto della prima notte sulla giovane moglie, è tutto da scoprire.

Cosa sappiamo di certo in merito?

Di certo sappiamo che lo “Ius primae noctis”, diritto del signore feudale a trascorrere la prima notte di matrimonio con ragazze belle ed avvenenti del feudo, era una consuetudine molto diffusa nell’Italia meridionale, terra di conquista dei nobili spagnoli, che esercitavano poteri e diritti sulla gente, sulle proprietà, sui raccolti agricoli e sulla caccia.

Tornando alla storia del fattore, quale fù la sua reazione?

Ritornando alla storia del fattore grottagliese, si racconta che questo signore, mal sopportando l’idea che la propria sposa potesse trascorrere la prima

notte di matrimonio col suo padrone, pensò di sostituirsi a lei, per uccidere il nobile signore, riscattando così l’onore e il rispetto della gente.

Quindi par di capire che il fattore indossò abiti femminili?

Si, il travestimento fu perfetto, ma il povero fattore trascurò un particolare. Si presentò a sera inoltrata al palazzo portandosi dietro un grosso coltello per commettere l’attentato mortale. Le guardie non si accorsero di nulla del travestimento per come era perfetto, anche se il fattore cercava in tutti i modi di nascondere il volto.

Ma qualcuno scoprì l’inganno del fattore?

E be si, nonostante la poca luce presente nelle stanze del palazzo non impedì comunque al nobile signore di scoprire che sotto quelle belle ed eleganti vesti e sotto quel cappello piumato femminile c’era un uomo e non una donna.

Quale l’errore fatale del fattore?

Il fattore, per la fretta, aveva dimenticato di tagliarsi i baffi, ahimè…!

Quale fù il destino del fattore?

C’è chi dice che fu graziato per il suo ardire, a patto che consegnasse al suo padrone tutto il vino buono che possedeva nelle cantine; c’è chi dice che fu ucciso dalle guardie dopo aver consegnato alle stesse tutto il vino pregiato. Di certo non mancò il coraggio per salvare e difendere l’amore e l’onore.

Da questo racconto dunque ha dato l’origine per la realizzazione delle giunoniche pupe e cavalieri?

Si  da questo  racconto/leggenda scaturisce l’idea di creare una elegante scultura, che solo i bravi figuli di Grottaglie riescono a realizzare.

Quali sono le varianti delle sculture in ceramica?

Nelle tante botteghe del quartiere delle ceramiche esistono moltissime varianti di bambole in ceramica, definite pupe con i baffi. Sono in realtà delle anfore con le sembianze armoniose e giunoniche di donne settecentesche, anche abbastanza succinte, di varie dimensioni e dai colori sgargianti. A questo vario repertorio si aggiungono anche le pupe a cavallo definite amazzone, ancora più eleganti e più raffinate delle movenze scultoree.

Tra queste quale la più ricercata?

Ma fra tutte queste pupe, la scultura più ricercata e più bizzarra è appunto lo ius primae noctis, ossia la pupa che ha il viso di un uomo baffuto e gli abiti sontuosi di una donna del seicento. Un’opera d’arte sapientemente modellata dalle mani dei maestri figuli per dare vita ad uno strano scherzo del destino nato dall’immolazione un po’ goliardica di un rito medievale che affonda le sue radici nel buio del passato.

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