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Nacque a Grottaglie il 27 agosto 1874 da Francesco, di professione figulo e Mutata D’Abramo filatrice. Già da piccolo mostrò spiccate propensioni all’arte, alla poesia e alla musica. A 15 anni scrisse due opere teatrali: Adala e Renato o i Briganti di Puglia e Assalone. Compì gli studi ginnasiali e liceali nel seminario diocesano. All’età di vent’anni, si trasferì a Roma, per gli studi teologici. Dopo appena tre anni, il 13 marzo 1897, venne ordinato sacerdote, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, dal Cardinale Vicario Lucido Maria Parrochi. Proseguì i suoi studi all’Università Gregoriana e all’Università di S. Apollinare. Durante i numerosi viaggi compiuti in Europa ebbe contatti con personaggi di spicco nella cultura dell’epoca. Grazie alla sua enorme conoscenza geografica i grottagliesi lo chiameranno “l’uomo che conosceva sette lingue”.

Tornato a Grottaglie Don Giuseppe Petraroli fu eletto consigliere comunale nell’ottobre del 1902 e restò in carica fino al 1906.    Petraroli propone un ruolo sociale della Chiesa, precorrendo i tempi e le idee che porteranno alla fondazione del Partito popolare di cui egli stesso sarà poi un sostenitore. Nel dicembre del 1905 partecipò al concorso per la parrocchia di Grottaglie e il 4 giugno del 1906, a soli 32 anni, fu nominato arciprete della Insigne Collegiata.

Uomo fornito di vasta cultura e di prestigioso curriculum di studi rappresenta per Grottaglie  una delle figure più significative di questo secolo. Scrive il prof. Giuseppe Laino in “Sport e città” (9 febbraio 1985): “Su per la ripida scala di una scala ubicata nel tratto iniziale di via Umberto I guardavo il corpo senza vita di un sacerdote tra le sue mani un calice. Successivamente ho saputo che quel prete era stato per molti anni un protagonista della vita di Grottaglie…Don Giuseppe Petraroli è un grottagliese verace che giace nell’oblio ansi si ha l’impressione che quasi una congiura del silenzio sia stata ordita attorno a questo grande . Per farlo sprofondare nel dimenticatoio, come se la traccia che i grandi lasciano dietro di loro possa essere cancellata. Il Petraroli fu un uomo dell’ingegno acuto e versatile , poderoso e fecondo dalla parola calda, affascinante, che trascinava.

Fu studioso profondo, assiduo, instancabile, un tenace lavoratore, uno scrittore vigoroso, ma dal linguaggio semplice e chiaro.”   Sacerdote, predicatore e conferenziere, giornalista, studioso, saggista, musicista, per alcuni anni consigliere comunale, per quasi un ventennio arciprete.  La sua ampiezza di vedute e la sua attenzione ai problemi sociali e al ruolo sociale della Chiesa è testimoniata dall’impegno politico , al quale fu chiamato, in giovane età dalla sua gente.

Furono anni tormentati per la Chiesa, in particolare per quella grottagliese, in quanto porteranno sia alla pronuncia dell’interdizione da parte di Mons. Mazzella, sia alla rinuncia dello stesso Petraroli all’arcipretura il 29 novembre 1921, sia allo scoppio di sommovimenti popolari, sia, infine, all’arresto del Petraroli, l’11 aprile 1924.  Egli rimase un giorno in carcere per cedere poi alla sottomissione. Superata la crisi, grazie alla collaborazione con padre Giovanni Semeria nella opera di carità rivolta soprattutto agli orfani, si traferì a Monterosso a Mare, successivamente a La Spezia, dove fu insegnante di Religione all’istituto nautico. Durante la seconda Guerra Mondiale fu cappellano all’Ospedale Militare di Taranto. Dal 1945 al 1950 fu direttore spirituale all’Ospedale sanatoriale dell’Infps di Taranto. Dai suoi concittadini ricevette una medaglia d’oro di benemerenza. Si spense il 25 gennaio 1953 in seguito a un attacco cardiaco. Tutta la sua vita, infine, è stata contrassegnata da un intensissima produzione letteraria.  Egli ci ha lasciato, tra opere edite ed inedite, numerosissimi saggi, elogi biografie, memorie, articoli, meditazioni.

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