PROF.VINCI “A BOCCE FERME,QUALCHE RIFLESSIONE NECESSARIA”

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO UNA RIFLESSIONE DEL PROF. ANTONIO VINCI GIA’ ASSESSORE ALLA CULTURA DEL COMUNE DI GROTTAGLIE.

A bocce ferme, e con spirito scevro da ogni intento polemico, sento il dovere civico di condividere alcune riflessioni su quanto accaduto nei giorni scorsi nella nostra città.

L’episodio che ha coinvolto l’Assessore all’Ambiente è un atto vile e inaccettabile. Colpire un amministratore pubblico in questo modo non è solo un’aggressione alla persona, ma anche un attacco alle istituzioni che rappresenta. Di fronte a simili gesti, la condanna deve essere unanime e senza esitazioni. La mia solidarietà – come quella di tanti cittadini – è stata immediata, sincera e incondizionata.

Tuttavia, a tre giorni di distanza, sorprende la scelta del Sindaco di attribuire l’accaduto a “un odio cieco, una rabbia costante che semina rancore e disumanità” diffusa sui social nei confronti dell’Amministrazione. Con il massimo rispetto, mi chiedo: quali parole – tra quelle espresse da semplici cittadini o da voci critiche – possono davvero essere ritenute così incendianti da alimentare un clima tale da sfociare in un gesto criminale? E soprattutto: su quali basi concrete si fonda questa ricostruzione?

Porre domande non significa mancare di rispetto. È, anzi, un dovere democratico. Le dichiarazioni del Primo cittadino e di alcuni suoi collaboratori danno l’impressione, talvolta goffa, di voler spostare il centro del dibattito. 𝗜𝗹 𝗿𝗶𝘀𝗰𝗵𝗶𝗼 𝗲’ 𝗾𝘂𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗱𝗶 𝗰𝗼𝗻𝗳𝗼𝗻𝗱𝗲𝗿𝗲 𝗰𝗿𝗶𝘁𝗶𝗰𝗵𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗶𝘁𝘁𝗶𝗺𝗲 – 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗱𝘂𝗿𝗲 – 𝗰𝗼𝗻 𝘂𝗻’𝗶𝘀𝘁𝗶𝗴𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗮𝗹𝗹𝗮 𝘃𝗶𝗼𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝗰𝗼𝘀𝗮 𝗰𝗵𝗲 𝗶𝗻 𝘂𝗻𝗮 𝗱𝗲𝗺𝗼𝗰𝗿𝗮𝘇𝗶𝗮 𝘀𝗮𝗻𝗮 𝗻𝗼𝗻 𝗱𝗼𝘃𝗿𝗲𝗯𝗯𝗲 𝗺𝗮𝗶 𝗮𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲𝗿𝗲.

Non è il primo episodio preoccupante nella nostra città: negli ultimi mesi, a Grottaglie si sono verificati diversi casi di auto incendiate nella notte. Si tratta di una dinamica allarmante, che richiederebbe un approccio ben diverso: prudenza, riserbo, rigore investigativo. Non servono letture affrettate né dichiarazioni d’impatto.

Anche alcune affermazioni, riportate dalla stampa e attribuite all’assessore Stefani – “Non si può dire sì a tutti”, “è un attacco alla città”, “resto al mio posto più determinato di prima” – suscitano legittime perplessità. Parole che sembrano alludere a retroscena. Se ci sono elementi utili alle indagini, è giusto che vengano condivisi con chi di dovere. Ma anche i cittadini hanno diritto a essere informati, rassicurati, protetti. Vivere in una cittadina tranquilla – e non nella Palermo degli anni Ottanta – deve essere un diritto, non un privilegio.

Indignarsi è giusto. Esprimere solidarietà è doveroso. Ma altrettanto lo è riportare il dibattito su un piano di responsabilità e sobrietà. Non si può trasformare ogni emergenza in un’occasione di contesa politica, alimentando confusione e delegittimazione, salvo poi dimenticare tutto alla prima distrazione mediatica.

Chiedo rispetto. Per i cittadini. Per la verità. Per le istituzioni. Tutte, nessuna esclusa.